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ChatGPT nei guai: OpenAI denunciato per aver rubato tutto ciò che qualcuno ha mai scritto su Internet!

@informatica

#ChatGPT di #OpenAI e Sam Altman sono in grossi guai. OpenAI viene citato in giudizio negli Stati Uniti per aver utilizzato illegalmente contenuti da Internet per addestrare i propri LLM (o modelli di linguaggio di grandi dimensioni)

https://www.firstpost.com/world/chatgpt-openai-sued-for-stealing-everything-anyones-ever-written-on-the-internet-12809472.html

Informa Pirata reshared this.

Unknown parent

in reply to informapirata :privacypride:

Cose ridicole. Vogliamo la GAI ma pretendiamo che i semi per crearla siano ignoranti come le capre.
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin quello che dici è vero, ma è anche vero che se vuoi buoni maestri di oratoria perché del tuo parlare bene vuoi farne il tuo lavoro più importante, allora i tuoi maestri li dovresti pagare... 😁
in reply to informapirata :privacypride:

Non escludo che il capitalismo porti ad una fee in stile Spotify per i materiali protetti, ma la considero una coglionata. Io il sapere lo vorrei gratis per me e per le AI. Il Giappone sta propendendo per escludere il diritto d’autore e consentire alle AI di imparare. Trovo sia sensato.
in reply to informapirata :privacypride:

Non “togli” nulla, considerato che sono dei tritarifiuti statistici. Io comunque ho dei grossi dubbi se sia giusto anche per le persone.
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin il diritto alla conoscenza degli individui è un diritto umano che dovrebbe prevalere sul diritto d'autore e sulla proprietà intellettuale.

Purtroppo se non è così, è anche perché non c'è una coscienza diffusa sull'entità del problema.

Quanto alle IA, comprendo le corse necessarie per ottenere il primato sui concorrenti, ma queste gare prestazionali, in cui i concorrenti cercano pericolosissime scorciatoie, non portano mai a nulla di buono per la cittadinanza...
in reply to informapirata :privacypride:

Io i pericoli invece li vedi più nelle norme. L’AI Act europeo ad esempio. Burocratizzerà tutto e lascerà le AI nelle mani dei pochi che potranno permettersi uno studio legale.
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin vero, ma questa è la costante di tutti i regolamenti e le direttive nate in questa legislatura dell'Europarlamento. La UE sembra in una sorta di Estasi dovuta ai riconoscimenti universalmente ottenuti per il suo GDPR, ma senza capire che il GDPR è venuto bene perché inquadra bene il problema dei dati personali e non perché ne burocratizza la gestione (e infatti le persone che ci hanno lavorato sapevano che la burocratizzazione fosse un mezzo e non un fine).
Ecco perché AIACT fa pena
in reply to informapirata :privacypride:

@admin consideriamo anche il fatto che le aziende che costruiscono e finanziano le AI non lo fanno per beneficenza, per cui tutti noi doniamo qualcosa a persone che (nella loro previsione) ci guadagneranno. Non mi sembra così semplice inquadrare questa cosa nel frame del libero accesso alla conoscenza
in reply to Ricardo Antonio Piana

Io esigo innanzitutto che chi pretende di fare "innovazione" non calpesti i diritti altrui, l'ambiente, le norme... è ciò che ci sta portando al collasso.

Se soccombe la GAI e crescono i diritti per i gay, io sono più contento.

PS: ovviamente è un gioco di parole, non solo i gay, ma tutti gli oppressi e le minoranze, esclusa solo quella dei ricchi.
in reply to Pare :pace: 🚲 🌞

L’innovazione è quella che ci ha portato ai diritti. Negare dei diritti ad una creatura che potremmo far nascere non ci renderà migliori.
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin Si chiede il rispetto dei #diritti da parte di chi sta sfruttando tanto noi quanto "la creatura"

L'innovazione non è neutra, c'è innovazione che ha portato diritti e innovazione che ha portato inquinamento, innovazione che ha permesso una migliore comprensione del mondo e innovazione che sta portando al collasso climatico.
In sintesi #innovazione non è una parola positiva in sé.
L'innovazione che nasce sotto l'auspicio del furto e dell'accentramento di #potere, nasce male.
in reply to Pare :pace: 🚲 🌞

La tecnologia è neutra. L’innovazione è un termine abbastanza vuoto, spesso usato per vendere qualcosa. Regolamentare una tecnologia perché qualcuno se ne sta approfittando può essere molto pericoloso. Ad esempio i modelli open-source che stanno raggiungendo quelli commerciali, usano i medesimi dati (internet) e il rischio di far morire quelli mentre quelli di chi ha soldi continueranno in cantina è tangibile.
This entry was edited (10 months ago)
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin neutra mai. La tecnologia non nasce né dal cavolo, né dal fato. È sempre il frutto di condizioni e di scelte e scaturiscono da ambiti applicativi che sono sempre frutto di un condizioniamento ambientale e sociale

@Pare
in reply to informapirata :privacypride:

Ma scusa, quando noi utenti condividiamo o scriviamo contenuti sui social media o su qualsiasi altro sito (blog piuttosto mastodon), concediamo la licenza per utilizzare i nostri contenuti in vari modi.
Sembra la solita battaglia degli editori che pretendono royalty da Google perché promuove i loro contenuti. Dimenticano che senza promozione niente visite.
La verità è che alla fine tutti vogliono lucrare sempre e comunque con qualsiasi scusa
Unknown parent

Ricardo Antonio Piana
Le ai attuali sono dei tritadocumenti, non possono risalire con certezza al documento originale ed anche quando lo fanno non sanno di averlo fatto. I modelli sono quindi lo scibile umano frullato. Perché superare il diritto d’autore è necessario l’ho scritto qui: https://ciberneticagerber.it/2023/05/27/le-intelligenze-artificiali-e-il-diritto-dapprendimento-accesso-ai-beni-culturali-protetti-da-copyright/ ultimamente il Giappone sta agendo in tale direzione: https://ciberneticagerber.it/2023/06/20/il-diritto-allapprendimento-dellia-la-via-giusta-tra-il-giappone-e-leuropa/
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin
Le AI saranno anche dei tritadocumenti, ma il bacino dei dati di training gliel'ho preparato io che sono lo sviluppatore.
E accidenti, NON gli posso buttare in pancia una cosa che non si può, solo perché è difficile provare che l'abbia fatto!
L'onere della prova va invertito: tu che addestri la AI, mi devi dimostrare che l'hai addestrata con dati legali.
E inoltre, io che pubblico, ho il diritto di pretendere di essere letta solo da umani veri.
in reply to deny

Quindi chi crea il modello dovrebbe controllare ogni pagina di internet a mano , controllare ed annotare le fonti. Bella idea ma serve l’umanita intera alla tastiera per cinque secoli.
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin
Macché.
Definiamo una licenza Open alle AI.
Il nome di questa licenza finisce nei metadati della pagina, se c'è quel metadato la puoi usare, altrimenti no.
Poi, sono d'accordo che questo non risolve il problema dello scibile creato in precedenza, ma almeno facciamo il primo passo, no?
in reply to deny

E mentre si diffonde su tutta internet stiamo fermi? Ci vorranno decenni eh. Esistono siti ancora compatibili con Mosaic.
in reply to Ricardo Antonio Piana

No, nel mentre si definiscono delle regole.
I contenuti protetti da licenze A, B e C si possono usare, gli altri no.

Alla fine, non è il dettaglio della regola che importa davvero.
L'importante è che:
* Non sia Far West;
* Se qualcuno vuole avere la certezza di non essere triturato, possa avere il mezzo per farlo.
* Facciamo passare il messaggio che ' sì è possibile dire di no ad una AI'
Al contempo, lo scibile che rimane a disposizione sarà sufficiente.
This entry was edited (10 months ago)
in reply to deny

Il fatto è che internet è eterogeneo e distinguere i contenuti è un problema immenso. Ci vorrebbero comunque i famosi metadati che non esistono. Io preferirei dare libero accesso alle AI a tutta internet; tassare adeguatamente chi usa i modelli a scopo di business (e spenderli in cultura); in caso di plagio la responsabilità è dell’utente finale (come quando usi una foto presa da internet a caso) ma comunque io non conto nulla e l’AI Act sarà punitivo e fare AI sarà un incubo. Le multinazionali se ne fotteranno comunque e la useranno per scopi più malefici possibili, e nessuno potrà batterle sullo stesso terreno.
Unknown parent

Generale Specifico
@sposadelvento @admin
Le IA che utilizzano il lavoro delgi altri dovrebbero pagare i rispettivi detentori di diriti.
in reply to Generale Specifico

C’è chi propone un modello alla Spotify ma il problema delle ai generative è che non accedono ad un db e non sanno che scrivono o disegnano, o suonano. Quindi il modello potrebbe essere solo “un tanto al chilo”. Inoltre sarebbe difficile stabilire a chi dare i soldi, vista la globalità, la pluralità delle fonti etc. Anche identificare e contrattare ogni singolo autore mi pare improponibile.
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin @sposadelvento Chi ha il controllo dell IA, ha dato disponiblita' di accesso ai dati e di conseguenza dovrebbe pagare i diritti.
Se ci guadagni, paghi e nei hai pure onori ed oneri.
Non e' una quesitone meramente economica, e' quan quesitone di resposabilita'.
in reply to Generale Specifico

Ti provoco anche io: parliamo di cose “scrapate” disponibili su internet pubblicamente. Google e gli altri servizi non AI, perché non pagano nessuno?
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin @sposadelvento
Infatti dovrebbero.
Tutto quell oche non e' pubblico o esplcitamnte pubblico e' ad accesso limitato.
Questo e' il nodo.
CIo' che non e' esplicitamente con licenza è pubblico ?
Banalmente, cio' che pubblico su mastodon.uno quanto puo' essere utilizzato fuori da esso ?
in reply to Generale Specifico

Ma, anche se ha una licenza, vogliamo credere che gli autori preferirebbero non esistere su google?
in reply to Ricardo Antonio Piana

DOvrebbe essre uan scelta degli autori, a qualunque livello, scegleire cosa e' pubblico e cosa no.
DOve autore e' i snenso ampio, dal comune utente allo sceinzaito divulgatore.
Questo è il problema di Google e di tutti i motori di ricerca ... e di chi gestisce le paittaforme.
in reply to Generale Specifico

Io ho un romanzo in un cassetto assolutamente al sicuro da Google e dalle ai. 😂
in reply to deny

@sposadelvento @admin l'idea è affascinante, ma Per quanto possa essere Open, un'intelligenza artificiale comincia a creare strutture di dati che sarebbero incomprensibili per chiunque se non per una altra intelligenza artificiale equipollente.
Per questo motivo, l'intelligenza artificiale rischia di diventare la trappola di Tucidide dell'umanità
in reply to informapirata :privacypride:

Tranquillo che la parola “intelligenza” sarà marketing ancora per molto tempo. Io però sono fiducioso e vorrei evitare per paura instillata dai film, di abortirla già ora.
Unknown parent

Fabio Tavano
@sposadelvento @admin non capisco una (almeno) cosa: come ci può essere una prevalenza del diritto alla conoscenza e contemporaneamente la possibilità di vendere un’opera d’ingegno che, in quanto tale, se non protetta da DRM o simili diventa merce di libero scambio?
in reply to Fabio Tavano

@grabbi_it @sposadelvento @admin il meccanismo dell'equo compenso può essere un correttivo adeguato per garantire lo sfruttamento dei diritti derivanti da un'opera di ingegno per un periodo estremamente limitato, stabilendo successivamente formule di compensazione forfettaria per i detentori dei diritti
in reply to Ricardo Antonio Piana

@admin @sposadelvento intanto, Bisognerebbe assolutamente iniziare a divulgare nelle scuole la teoria dell'intelligenza artificiale. Iniziare a definire concetti come schemi, strutture, schede modello, sarebbe sia un'iniziativa interessante di consapevolezza informatica, sia un modo per insegnare in maniera immediata la teoria del pensiero e della conoscenza
in reply to informapirata :privacypride:

@admin @sposadelvento una sana conoscenza è l'antidoto migliore contro la paura. La maggior parte delle persone che parlano di rischio esistenziale derivante dall'intelligenza artificiale sono spesso persone che parlano per ignoranza o peggio per malafede. L'idea dell'intelligenza artificiale onnipotente è marketing puro che fa Gioco a chi vende quei servizi agli stati e alle imprese più importanti.
Un po' di cultura in più sarebbe un interessante operazione di igiene sociale
in reply to Fabio Tavano

@Fabio Tavano si tratta di una soluzione che era stata proposta da alcuni dei legali che avevano promosso l'iniziativa #freedom2share: in pratica si liberalizzava lo scambio libero senza scopo di lucro in cambio di un piccolo costo fisso per tutti (sul modello dell'imposta sui supporti di memorizzazione, imposta che -ricordo- già paghiamo)

@sposadelvento @Ricardo Antonio Piana @informapirata :privacypride:
in reply to Informa Pirata

@informapirata@poliverso.org @sposadelvento @admin vagamente comunista?! Ma nel senso staliniano del termine...perché deve essere stabilito da terzi un equo compenso per la mia opera? A te starebbe bene?! Magari quello che tu(in senso lato) consideri equo (perché sei ricco di famiglia) per me è da fame perché ho 3 figli...non è così “semplice” la soluzione in questa società.
in reply to Fabio Tavano

@grabbi_it comunista? Comunista è se io stato-partito prendo te artista e ti pago uno stipendio da impiegato per farti fare gli spettacoli.

Qui invece tu monetizzi come vuoi per i primi tot anni e poi la tua produzione diventa cultura per tutti, accessibile gratuitamente

Se vuoi approfondire comunque, questa è la proposta che venne portata in ECI: https://freesharing.eu/organizations

@informapirata@poliverso.org @sposadelvento @admin

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