Skip to main content


Forse ora qualcuno inizierà a capire che introdurre il concetto di #sovranità nel lessico dell'autogestione non è stata così una buona idea
===

«Meloni... avrebbe offerto all’alleato il dicastero dell’Agricoltura... "Fra le priorità della Lega continuerà a esserci la tutela di agricoltura e pesca", ha detto #Salvini, che ha accolto l’idea di cambiare nome al ministero, trasformandolo in ministero della Sovranità alimentare: "Sovranità agroalimentare è indipendenza"».

https://www.editorialedomani.it/politica/salvini-agricoltura-ministero-lega-sud-cetprtij

#sovranitàalimentare
in reply to Zeppe

@Zeppe sovranità è una parola bellissima, fondante della ns Repubblica e non ancora compromessa. Per questo motivo non deve essere lasciata in esclusiva alla destra nazionalista.

Ci sono altre parole ed espressioni, più o meno belle, che non devono assolutamente essere lasciate alla destra, come bandiera, sicurezza nazionale, libertà, famiglia, vita.

Solo usandole in un modo e in un contesto semantico nuovo e ragionato, esse possono essere strappate dal frasario di destra che le svuota e le zombifica.
in reply to Informa Pirata

no no siamo proprio su due pianeti diversi, non trovo niente di bello nel concetto di sovranità, se qualcuno è sovrano (sia pure il "popolo") qualcun altro è suddito.

Ancor prima di "sicurezza nazionale" farei molto volentieri a meno del concetto stesso di nazione in nome del quale si opprime e si uccide da almeno sette secoli.

pure l'idealizzazione della famiglia è funzionale all'oppressione di tutte le esistenze non eteronormate.
in reply to Zeppe

@Zeppe chiaramente è un punto di vista rispettabile, ma questo approccio lo trovo poco efficace.

In realtà lo trovo più che inefficace, direi quasi perdente, vulnerabile, residuale e sterile. Ed è per questo che non solo non posso accettarlo, ma sento proprio il bisogno di criticarlo apertamente! 😅
in reply to Informa Pirata

sono curioso, inefficace e sterile perdente rispetto a quale obiettivo? e residuale rispetto a cosa?
in reply to Zeppe

@Zeppe rispetto alla possibilità di praticare in maniera duratura qualsiasi tipo di autogestione. Ma mi sembrava chiaro
in reply to Informa Pirata

l'autogestione è un mezzo, non un fine, per me il fine ultimo è una società senza gerarchia, senza confini, senza patriarcato, in cui la "sicurezza", se vogliamo continuare a usare questo termine decisamente logoro, è creata da comunità coese e solidali, non dalla polizia (questo lo dicevano i sociologi di Chicago cent'anni fa eh non me lo sto inventando)
in reply to Zeppe

@Zeppe ok, tu vorresti giungere alla costruzione di una "società nuova", ma sapresti dirmi di tutti i tentativi precedenti, locali o globali, quanti sono andati a buon fine (= quanti hanno avuto un successo che sia durato almeno una generazione) e come è avvenuto ciò (= in quanto tempo e con quali processi)?
in reply to Informa Pirata

In Messico l'autogoverno EZLN va avanti da 38 anni e in Siria l'Amministrazione autonoma del Nord Est da 10.

Su tempi e processi, Wikipedia (english) is your friend
in reply to Zeppe

@Zeppe come vedi si tratta di realtà che si trovano in perenne stato di assedio. In realtà che non riescono a svilupparsi proprio perché confliggono con gli interessi degli Stati, anche democratici. Questo aspetto della democrazia non va visto come semplice narrazione di facciata, ma è legato alla questione degli equilibri di consenso. Prima di giungere a un'esperienza di autogestione è impensabile Non preparare il terreno dal punto di vista del consenso invece che da quello del conflitto. Ogni tentativo che prescinda dal consenso della comunità Democratica nella quale si sviluppa, non può che essere considerato eversivo.

Tornando all'obiezione iniziale, proponendo un linguaggio oppositivo e non integrante, queste esperienze non possono che diventare perdenti, vulnerabili, residuali e sterili.

Sono certo che tu non condivida la mia lettura, ma spero almeno di essere stato un po' più chiaro
in reply to Informa Pirata

- "realtà... in perenne stato di assedio... realtà che non riescono a svilupparsi"

non mi risulta proprio. sono comunità che si prendono carico delle necessità di base di ogni proprio membro

- "Stati, anche democratici"

cioè la Siria dove la famiglia Assad è al potere dal 1970 e il Messico che è stato per 71 anni un regime autoritario monopartitico?

- "...non può che essere considerato eversivo"

Qualsiasi democratizzazione è stata considerata eversiva dal sistema di potere dell'epoca, se fosse come di i tu avremmo ancora re, vassalli, valvassini, valvassori che esigerebbero dazi dei campi che coltiviamo

- "linguaggio oppositivo e non integrante"

"sovranità" è integrante? a me sembra estremamente oppositivo (per ogni X che è sovrano c'è un Y chd non lo è, sennò non ci sarebbe bisogno di specificarlo)
in reply to Zeppe

@Zeppe
sono comunità che si prendono carico delle necessità

Sono comunità continuamente a rischio sopravvivenza (le comunità e anche chi ne fa parte)
"Stati, anche democratici"

Comunque sia l'inciso "anche democratici" è corretto
Qualsiasi democratizzazione è stata considerata eversiva dal sistema di potere

Ok, ma ora siamo in Europa viviamo in un ordinamento considerato dalla stragrande maggioranza dei cittadini come democratico
"sovranità" è integrante? a me sembra estremamente oppositivo

La sovranità è un valore costituzionale ed è riferita al popolo. Quel termine è stato abbandonato da gran parte della sensibilità di sinistra, rendendolo una bandiera della destra nazionalista e para-revanscista.
Usarlo decostruendone il significato significa togliere armi ideologiche al nazionalismo
in reply to Zeppe

Il concetto di sovranità alimentare viene da molto lontano e non certo da ambienti di destra. Buttare un preciso lessico all'ortiche perché qualche peracottaro locale non lo capisce, o paventare che questo abbia influito negativamente sugli ambienti autogestiti, mi sembra un po' miope.
in reply to malerbabomba

Reato convinto che sia una termine molto infelice e, nel contesto bolognese che è quelll che meglio conosco, imho danni ne ha fatti
in reply to malerbabomba

Tipo che il tema diventava prioritario su ogni altro, al punto che le stesse persone che martedì e giovedì vendevano verdura nei centri sociali, il mercoledì vanno a fare le preghiere antiabortiste davanti all'ospedale. Ora i mercatini non sono più nei centri sociali e i pro-life sono ancora dentro l'associazione
in reply to Zeppe

@Zeppe @malerba l'infiltrazione del mondo centrista-bigotto (abbastanza centrista da poter ambire a essere destra) è un fenomeno che praticato in tutte le "regioni rosse", in tutti i modi e con tutti i mezzi.
Non ti concentrare sulla singola parola: la conquista di parole chiave è stata perseguita non solo dal centrismo clericale ma anche dalla destra sociale e non dipende da un vizio congenito della parola, ma dall'intensità dell'operazione di manipolazione che è stata fatta. Pensa solo alle parole "solidarietà", "lavoratori", "civico" che ormai sono utilizzate da associazioni del territorio fortemente infestate dal peggior fascistume!
in reply to Informa Pirata

ma quale centrismo e centrismo, parliamo di estrema destra, sta gente è andata al World Congress of Families di Verona
in reply to Zeppe

@Zeppe @malerba ok, ma quello di solito è il passaggio conclusivo. Si inizia con "comunista, ma cattolico", si passa attraverso divesre sfumature di "cattolicesimo sociale" e via via verso "sono di sinistra, ma il crocefisso nelle scuole deve restare perché è cultura; sono a favore dell'aborto, ma oggi si esagera; l'ICI alla Chiesa sì, ma prima facciamo pagare le tasse alle grandi multinazionali". A quel punto hai concluso il ciclo di vita della tua infiltrazione, e puoi finalmente andare anche a dare fuoco ai medici abortisti o candidarti con Adinolfi.

This website uses cookies to recognize revisiting and logged in users. You accept the usage of these cookies by continue browsing this website.