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Riflessione di Richard Stallman su #scuola e #freesoftware:
https://www.gnu.org/education/edu-schools.it.html

"La Scuola [. . .] Dovrebbe promuovere l'uso del software libero così come promuove la protezione dell'ambiente, o il diritto di voto. Se la scuola insegna l'uso del software libero, potrà sfornare cittadini pronti a vivere in una società digitale libera."

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in reply to θ π :archlinux:

"Perché alcuni produttori di software proprietario offrono copie gratuite alle scuole? Perché vogliono usare le scuole per creare dipendenza nei confronti dei loro prodotti [. . .] Una volta che gli studenti saranno diventati adulti, queste aziende non offriranno più alcuna copia gratuita a loro o ai loro datori di lavoro. Chi sviluppa dipendenza dovrà pagare, e gli aggiornamenti potrebbero essere costosi"

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in reply to θ π :archlinux:

Già alle medie durante l'ora di informatica ci veniva inseganto ad usare il computer con Windows, e scrivevamo documenti e facevamo presentazioni con Microsoft Office. Durante la pandemia di SARS-CoV-2 io facevo il liceo, e la DAD fu fatta tramite Google Workspace: lezioni su Meet, materiale didattico su Drive, temi su Documenti.

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in reply to θ π :archlinux:

Terminato il liceo, al momento dell'iscrizione all'università venne creata una mail istituzionale con annessi account Microsoft per il pacchetto Office e account Google per il suo ecosistema. Tutti scrivono documenti su Word, e i dati degli esperimenti (studio fisica), rigorosamente presi su Google Fogli, per volere del professore devono essere caricati e condivisi su Google Drive.

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in reply to θ π :archlinux:

È da quando ho memoria che la mia vita da studente è dipendente da aziende multimiliardarie americane che lucrano sui dati degli utenti e vengono periodicamente multate dall'Unione Europea per violazione dei diritti legati alla privacy.
Questa condizione è inaccettabile, e la riflessione di Stallman è una semplice e precisa analisi su ciò che sta accadendo da decenni nel mondo dell'istruzione: la Scuola è schiava delle GAFAM, Google e Microsoft soprattutto.

[5/5]

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in reply to θ π :archlinux:

feci un commento tempo fa (su cui ritorno spesso) sotto un post di @informapirata su questo stesso tema nelle pubbliche amministrazioni e citai proprio il caso dell scuola. è esattamente tutto ciò che penso e in alcune cose che neanche sapevo di pensare. il software libero oltre che un diritto, è un dovere. ma relegandolo agli “smanettoni” siamo noi stessi che lo facciamo diventare di nicchia e di seconda classe rispetto al “normale” office.
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in reply to jojo 🧙‍♂️

E già. mi sembra evidente che il software proprietario si diffonda nelle scuole non per un'occulta attività di lobbying, ma perché è appare chiaro , immediatamente disponibile, (perché lo usano gli altri).
Quindi, da un lato nella scuola di sicuro mancano tempo e competenze per dedicarsi al software open, dall'altro gli stessi software costituiscono un mondo un po' più oscuro, in cui è difficile orientarsi.
in reply to deny

certo, non c'è nessun potere occulto dietro. Hai spiegato perfettamente la situazione: per ragioni storiche, la disponibilità e l'immediatezza di certi software li ha resi più appetibili e comodi da usare in determinati ambiti, come l'istruzione e la pubblica amministrazione
This entry was edited (11 months ago)
in reply to θ π :archlinux:

C'è poi l'esempio della, Francia, dove mi par di capire che il software libero è diventato una sorta di battaglia nazionale, tant'è che Framasoft è bella grande.
Lì. se ho ben capito, non sono solo 'le scuole', ma un'intera mentalità collettiva che "lotta contro l'invasore", diciamo.
in reply to deny

sicuramente non si tratta proprio di lobby, ma le aziende ce la mettono tutta per entrare nelle scuole eh. Esempio: il mio liceo ha un contratto con Google che fornisce servizi come classroom (che sarebbe comunque gratuito) ma soprattutto account gia configurati tutti uguali con il dominio della scuola. Rendendo molto più facile la consegna di presentazioni tramite google slides (letteralmente basta cliccare un bottone) il 90% della classe è…
in reply to jojo 🧙‍♂️

passata da usare powerpoint a google slides: gratuito anche se non ti ricordi la password dell’account scolastico, non devi scaricarti niente, funziona e basta, molti non hanno nemmeno idea che quelle presentazioni si possano scaricare. E soprattutto tutti lo posso usare in maniera uguale, a differenza delle innumerevoli versioni di powerpoint.
E da che powerpoint era lo standard (e abbiamo continuato a chiamare le presentazioni powerpoint) google è default.
in reply to jojo 🧙‍♂️

miracoli del marketing. Ma questo contratto, per dire, alla scuola, quanto le costerà?
in reply to deny

Esatto, hai centrato il punto, IMHO: per certe cose, non deve essere tutto demandato alla buona volontà come succede sistematicamente da noi.
Dovrebbe invece essere un PRECISO indirizzo #POLITICO riguardo al diffondere nelle #scuole (e anche nella pubblica amministrazione) il #softwarelibero come PILASTRO dell'#istruzione e della #libertà di una #nazione
in reply to :idle: OpenSoul :verified:

esatto: PILASTRO dell'#istruzione soprattutto. Prima ancora della libertà, che è un concetto molto arbitrario. Senza istruzione non c'è né libertà, né autodeterminazione e, soprattutto, non può esserci vera democrazia, perché il suffragio universale funziona solo con un'istruzione intensiva aperta a tutte le fascie di reddito e (cosa che viene ignorata) a tutte le fasce di età

@sposadelvento @tt_ppp @saknom

in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

Sfondate una porta aperta! È un circolo vizioso che crea situazioni dove il genitore "attento e sensibile" a queste tematiche viene quasi deriso perché non c'è conoscenza delle @lealternative (scusate il tag ma ci stava), perché il mondo del lavoro utilizza quei prodotti ed è giusto che la scuola prepari per il loro utilizzo, perché è tutto già pronto e funzionante e per di più gratis... Tanto ci spiano comunque e poi cos'hai da nascondere?

Ah, oltre al sempre verde mi fido di più di un'azienda miliardaria per la qualità del software che di quattro nerd su internet.

Come se ne esce?
@opensoul @sposadelvento @tt_ppp @saknom

in reply to veonazzo

Se ne esce, IMHO ovviamente, SOLO quando ci sarà la volontà POLITICA di portare certi temi nel dibattito pubblico. Come diceva @sposadelvento in Francia per esempio qualcosa lo hanno fatto, volendo si fa. Ma quanti sono i partiti politici che parlano di questi argomenti in Italia ?!? praticamente ZERO. Io a memoria ricordo *solo* @marcocappato che chiese indagine EU sul lockin esistente e i suoi costi (2009?)
This entry was edited (11 months ago)
in reply to Marco Bresciani

Io ormai sono odiato da tutta la "chat" dei genitori in cui mi sono permesso di dire che la scuola ha palesemente effettuato una procedura illegale, c'è gente che mi ha risposto stizzita dicendo che grazie a bigG loro figli durante la pandemia hanno potuto avere la didattica. O altri che mi hanno detto che me la prendo troppo, ma proprio parliamo lingue diverse e quindi ormai ho capito che è inutile
in reply to :idle: OpenSoul :verified:

Sì. Ti capisco... 😒 come dicevo altre volte, ho proposto LibreOffice alla scuola, e il loro "tecnico" mi ha detto cheè troppo difficile. Mio figlio, 8 anni, a casa le rarissime volte che accende il suo tablet lo usa, ci fa disegni, stampa (!), ...
@veonazzo @saknom @informapirata @lealternative @sposadelvento @tt_ppp
in reply to Marco Bresciani

Ho provato a suggerire, a settembre, una conferenza su Internet, privacy, ecc. con @ildisinformatico (sapendo che era già occupato fino a febbraio). Ne hanno fatto cenno al consiglio di scuola di ottobre e forse ne discuteranno in quello di marzo, quando Paolo sarà già occupato fino al 2025.
Ho provato a citare BBB invece di Zoom, ai tempi della pandemia... niente.
@veonazzo @saknom @informapirata @lealternative @sposadelvento @tt_ppp
in reply to Marco Bresciani

Il problema sono assolutamente le competenze. Se mi dessero lo stipendio che prendo da me in azienda, andrei volentieri a lavorare io per loro a gestire 'ste cose.
@veonazzo @saknom @informapirata @lealternative @sposadelvento @tt_ppp
in reply to Marco Bresciani

Credo che ci sia anche dell'altro. Genitori competenti disposti a spendere un po' di tempo ce ne sarebbero anche. Ma manca un modello. Un toolkit validato. Framasoft io la vedo eccezionale perché offre una sorta di framework.
Se manca quello, ogni cambiamento sarà in carico ai soli eroi, che devono portare avanti sia la parte tecnica che il convincimento. Troppo. E forse gli attori del fs potrebbero fare qualcosa di più.
in reply to deny

Vero anche quello però, dai, se ci fossero le competenze non servirebbe neache un toolkit o framework o chissà che altro.
Prendi un LibreOffice, servizio email, CryptPad e Jami o similari e sei a posto.
@opensoul @veonazzo @saknom @informapirata @lealternative @tt_ppp
in reply to Marco Bresciani

ma perché tutti i genitori dovrebbero avere queste competenze tali da non dover essere necessario un tool o framework? È una pretesa che non comprendo
in reply to Sono solo un apicétto

ma è del tutto normale non comprenderla: fino a neanche 150 anni fa, l'idea stessa che i cittadini dovessero imparare a leggere e a scrivere era ampiamente contrastata. E nel mondo cattolico, fino a 60 anni fa, era scontato che il 90% dei fedeli non dovesse leggere né l'Antico Testamento né il Vangelo

@AAMfP @sposadelvento @opensoul @veonazzo @saknom @lealternative @tt_ppp

in reply to Marco Bresciani

Beh, in una scuola c'è molto da fare. Piattaforme di E-learning, percorsi per bisogni speciali, questionari.. per tacere dei servizi di registro elettronico, per il quale, se ho ben capito,ciascuna scuola compra un pacchetto per sé. Inspiegabilmente, direi.
Esiste #moodle, ma per quello che capisco e molto complesso. Spazio per un toolkit semplice ce ne sarebbe, credo.
in reply to deny

Il registro elettronico open ce l'abbiamo,va fatto conoscere però

https://github.com/scaforchio/LAMPSchool

in reply to Suoko ✅

c'è anche giua@school un progetto di Registro Elettronico open source per l’Istituto di Istruzione Superiore “Michele Giua”.

https://iisgiua.github.io/giuaschool-docs/

Non chiedetemi com'è. Forse sanno dirvi qualcosa @Shamar o @rresoli

@sposadelvento @AAMfP @opensoul @veonazzo @saknom @lealternative @tt_ppp

in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

leggo che è un fork di lampschool, rivisto e adattato all'istituto stesso che ha fatto il fork. Qualcosa che alla fin fine ogni istituto dovrebbe fare considerando la quasi anarchia in cui vive la scuola dove ogni istituto/comprensorio ha le proprie "leggi".
Chi ha professori/esse interni/e in grado di farlo sembra avere iniziato a giocare sul serio :-)
This entry was edited (11 months ago)
in reply to :idle: OpenSoul :verified:

il problema è proprio questo, manca sia un indirizzo politico sia, la sparo più in grande, una cultura politica sul mondo del free software. Finché non ci sono queste componenti è difficile far utilizzare software libero nella pa o nel mondo dell'istruzione, ancora di più nella società
in reply to ryusei

Ma mancano competenze, ecc. nel _ftee_ software, o nel software in generale?
Pesca un politico a caso, quanti sapranno come funziona un compiter, anche solo a grandi linee? 🙄
@opensoul @sposadelvento @tt_ppp @informapirata @saknom
in reply to Marco Bresciani

no, non nel free software, mancano competenze nella classe politica. So che un politico medio a malapena usa il pc come usa un tostapane, ma ha anche degli assistenti, ha una struttura all'interno del partito legata su aree tematiche e competenze...insomma, gente da cui ricevere suggerimenti ne avrebbe, ma manca una cultura generale del software, open source ecc... in tutta la classe politica italiana.
in reply to ryusei

A proposito della cultura informatica, adesso faccio l'italiana media e la butto sul ridere.
Mia nipote ha cominciato il liceo 'tecnico', cioè uno scientifico in cui hanno sostituito latino con informatica.
Non volendo partecipare alla diatriba "latino sì/no", che è un po' come "angeli maschi/femmine", ho timidamente chiesto che si fa in quest'innovativa materia (informatica).
Risposta:
"adesso fanno Excel".
Ho taciuto. 🤐
in reply to deny

lasciamo perdere questo argomento, che è meglio... Ho potuto verificare personalmente cosa cazzo sanno di informatica alcuni ragazzi di terzo anno e siamo ai livelli del primo modulo dell'ECDL!!! 🤬
Il problema è la mancanza di insegnanti dotati di competenze minime...
Ma a quel punto non sarebbe stato meglio se avessero imparato un po' di latino?

@ryusei @AAMfP @opensoul @tt_ppp @saknom

Unknown parent

naturalmente le pretese vanno indirizzat alle istituzioni, ma tieni sempre presente la similitudine tra alfabetizzazione di base (lettura/scrittura) e informatica di base (utilizzo/principi di programmazione)

@AAMfP @sposadelvento @opensoul @veonazzo @saknom @lealternative @tt_ppp

Unknown parent

è vero. Il problema è che che oggi i docenti di chimica/biologia li raccogli col furgone per strada, ma docenti di informatica competenti e didatticamente capaci sono rari e quelli che esistono insegnano agli ITIS dove vengono coccolati da tutta la dirigenza perché segnano un valore aggiunto importante per tutto l'istituto. Figurati se vanno in uno scientifico sarebbero considerati dei prof di serie B

@sposadelvento @ryusei @AAMfP @opensoul @tt_ppp @saknom

in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

Ho smesso di insegnare da diversi anni passando ad altro, ma posso confermare che di bravi insegnanti di informatica, nei licei (una decina quelli in cui sono stato), ne ho trovato uno solo (e non sono io perché insegnavo fisica e matematica!). In un ITIS in cui sono stato per un anno intero ne ho trovati una "squadra intera" (e sto parlando di una supplenza serale: non oso immaginare al diurno!) @simonezanella @sposadelvento @ryusei @AAMfP @opensoul @tt_ppp @saknom
in reply to ulaulaman

neanche i professori di calcolo strutturale degli istituti per geometri, né quelli di matematica finanziaria e quelli di diritto a ragioneria sono spesso delle belle persone, anzi il più delle volte sono dei grandissimi figli di... ma se insegnano benissimo le loro materie, stanno offrendo ai propri studenti esattamente quello per cui hanno deciso di frequentare quella scuola. Quindi ci sta... 😁

@simonezanella @sposadelvento @ryusei @AAMfP @opensoul @tt_ppp @saknom

in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

L'idea del secondo toot era quella: separare la valutazione professionale da quella personale (anche se in un caso specifico mi ha reso molto complicato il lavoro nella commissione d'esame - non specifico oltre perché non voglio ricordare troppo le situazioni incresciose in cui mi ha ficcato quella persona specifica)
This entry was edited (10 months ago)
Unknown parent

Sì, però andare avanti così è stressante
Unknown parent

io sono radicale: per me esistono solo due licei: classico e scientifico. A questi si possono aggiungere una o due ore in più di potenziamento (per il classico per esempio, l'ideale è il potenziamento di matematica, per il classico quelle di scienze), ma non devono esserci sostituzioni; solo aggiunte.

Se vuoi che tuo figlio impari l'informatica, o gli fai fare un buon ITIS, o lo iscrivi a un corso serio

@sposadelvento @ryusei @AAMfP @opensoul @tt_ppp @saknom

Unknown parent

Roberto 🖖
ma comunque l'idea non è che le figlie si mettano a lavorare subito dopo l'ITIS, è che serva come scuola preparatoria per iscriversi a ingegneria, statistica, matematica, fisica o cose del genere
in reply to Roberto 🖖

credo che cercare la scuola che offra più stimoli sia il criterio migliore. Poco importa come, ma dare sfogo a creatività e inventiva (con lo studio, le relazioni interpersonali o nel tempo libero) è la cosa più importante. Del mio percorso alle superiori è questo che ho apprezzato, non l'aver fatto gli integrali.
Unknown parent

lbroggi
Infatti, secondo me passare la capacità di imparare è meglio che passare le conoscenze crude o gli automatismi. Però qui viriamo verso il problema profondamente italiano della svalutazione del sapere scientifico nei confronti di quello umanistico.
in reply to lbroggi

E qui mi dispiace sempre ricordare l'orgoglio della prof di lettere nel dire «Anche se ho fatto lo scientifico, di queste cose non ci capisco niente» riferita alla matematica. Mentre i prof di matematica ci davano consigli letterari come la Le Guin e Calvino 😅. Anche qui però, l'esperienza personale fa molto.
Unknown parent

> «temo che nei licei linguistico, artistico e psicopedagogico»

L'ho già detto altrove: per me i licei sono due, classico e scientifico... 😈
(sono una persona semplice)

@lbroggi @sposadelvento @ryusei @AAMfP @opensoul @tt_ppp @saknom

in reply to lbroggi

questo atteggiamento è piuttosto comune: un rifiuto o un vero e proprio snobismo crociano da parte degli "umanisti" verso la scienza (con la matematica al primo posto) e senso di fame/curiosità intellettuale da parte di ingegneri e matematici verso la letteratura, l'arte o la storia.
L'atteggiamento inverso è molto più raro.

PS: senso di fame/curiosità intellettuale era proprio degli umanisti veri, quelli del '400

@omo_salvadego @sposadelvento @ryusei @AAMfP @opensoul @tt_ppp @saknom

in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

sì concordo sulla statistica. Tra l'altro è interessante la differenza anche ad alti livelli: Montalcini, Rubbia, Parisi dimostrano bene che la persona di scienza è spesso persona di cultura.
@omo_salvadego @sposadelvento @ryusei @AAMfP @opensoul @tt_ppp @saknom
in reply to Roberto 🖖

che é proprio l'idea degli istituti tecnici, che Valditara tra l'altro vuole distruggere con il famigerato 4+2 con ITS e aziende a decidere chi merita e cosa fare a scuola, fornendole docenti a partita iva, che nonostante il flop di approvazione ai colleghi docenti sta cercando di forzare. Il consiglio da Orientatore é anche chiedere feedback a diplomati che magari si conoscono per avere idea più chiare.
Unknown parent

Simone Zanella
il problema é che l'orientamento é diventato un far west, dove le scuole ti vendono spesso fumo per pescare iscritti, ma é anche il sistema che le costringe, perché se perdi iscritti perdi autonomia e poi ti accorpano ad altri. Anche la scarsa conoscenza delle realtà intorno fa sì che docenti delle medie orientino per scuole di colleghi amici escludendone altre, o su pregiudizi come appunto liceo per "bravi"
in reply to lbroggi

@AAMfP@fosstodoche che poi ad esempio io cerco sempre di creare attività interdisciplinari con le materie umanistiche cercando di capire come integrarle, ma quando provo a coinvolgere i docenti arriva quasi sempre il muro "ah ma della roba computer ecc io non ci capisco niente", invece di sfruttare l'occasione per imparare cose nuove e utili, un po' come con lo stesso atteggiamento verso un LibreOffice di cui si parlava.
in reply to Simone Zanella

Sì anch'io vedo questa volontà, purtroppo.
Poi però vedo questo registro elettronico open source progettato in una scuola superiore sarda (credo, sì? IIS sono una superiore.), e penso che c'è la Resistenza. Grazie ancora @informapirata per averlo linkato.

https://iisgiua.github.io/giuaschool-docs/

Unknown parent

ryusei
anche nei professionali sono tipo 3 ore i primi due anni, se non mi ricordo male, però si potrebbero insegnare cose interessanti tipo coding e le basi di Python (interessanti per gli indirizzi elettrico-elettronico-elettrotecnico che useranno poi Arduino nel trienno e anche per i meccanici stessi). Poi ti arrivano in terza ragazzi che manco sanno inviare una mail e Python manco sanno cos'è.
in reply to lbroggi

questo é vero ma penso sia anche da contestualizzare in contesti complessi come le superiori, dove si arriva in classi molto eterogenee, con basi quasi sempre non raggiunte alle medie, e con l'annosa problematica di classi pollaio e supplentite. Cambiare docenti ogni anno, spesso con scarsa esperienza, comporta non riuscire a raggiungere l'obiettivo appunto di insegnare come si "impara".
in reply to Simone Zanella

sui docenti aggiungo anche la loro scarsa attitudine o interesse alla stessa professione. Spesso, e mi è capitato spesso sia sul sostegno sia su alcuni esempi di materia, vale il "ripiego" o "qualcosa devo guadagnare", anche le aree tecniche delle discipline soffrono di questi problemi. E' un grosso problema strutturale la professione dell'insegnante di oggi.
in reply to lbroggi

purtroppo per molti è diventato un ammortizzatore sociale "hai una laurea puoi farlo anche tu" qualcuno bravo nel mucchio lo trovi, ma per la maggior parte incontri persone a cui interessa poco o nulla, e noi insegnanti incidiamo nei ragazzi, nelle loro famiglie, nella società nel suo insieme. Passiamo valori e conoscenze, i ragazzi stessi sono i primi che vogliono vederci motivati e competenti.

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