Skip to main content


"se # fosse davvero il massimo della trasparenza riguardo alle sue pratiche di raccolta dei dati, perché verresti a sapere di # da un articolo come questo invece di leggerlo chiaramente da un popup di #?"
Di Chris # su # https://www.howtogeek.com/760425/firefox-now-sends-your-address-bar-keystrokes-to-mozilla/
Unknown parent

la domanda tra virgolette infatti è posta al pubblico statunitense. Il problema in sé invece ha una portata più ampia e riguarda la comunicazione aziendale
Unknown parent

# ha trovato un modo per farlo, anche se non mi convince troppo. Sembrerò un po' socialista, ma l'unica soluzione per un progetto così "strutturale" come quello di uno strumento di accesso al web è di far finanziare dall'Unione Europea un fork di Chromium o di Firefox
Unknown parent

sì, beh... Comprendo questa perplessità verso lo stato, ma tieni conto che c'è più "stato" di quanto tu creda dietro allo sviluppo del software libero o della crittografia o degli strumenti di anonimizzazione.
in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

inoltre c'è una insistente campagna contro lo "stato" da parte di molti esperti ( @quinta su tutti o Flora, che però seguo sempre con di fastidio perché troppo teatrale per i miei gusti) ed è giusto in linea di principio. Ma senza dimenticare che le BigTech, quando si tratta di scegliere tra interessi del cittadino e quello dello Stato, scelgono sempre la seconda opzione
Unknown parent

come ti ho detto, condivido la diffidenza vs lo stato, ma se uno Stato o la UE si limita a finanziare lo sviluppo di un sistema FOSS, magari attraverso istituti indipendenti, non vedo gravi problemi rispetto a finanziamenti occulti o business model opachi

@quinta
Unknown parent

Gilbert Busana
Però....se si trattasse di opensource, il codice dovrebbe essere esaminabile, quindi che porcherie potrebbero fare se il codice è visionabile ? Comprendo la diffidenza, ma TOR ad esempio è nata dall'esercito USA o qualcosa di simile (Stato, CIA, boh non ricordo quale ente esattamente ma penso la US army)
in reply to Gilbert Busana

beh, proprio dall'esercito no, ma di certo poteva essere molto utile ai dissidenti di paesi nemici; diciamo comunque che l'Open Technology Fund, agenzia governativa negli Stati Uniti, ha finanziato tecnologie di sicurezza e condivisione FOSS come TOR, Globaleaks, OONI, LetsEncrypt, Tails, NoScript, LEAP.
In un certo senso si può affermare che senza l'o.t.f. l'internet libera non esisterebbe

@miriamgreco@quinta
in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

Una delle cose che mi ha sempre stupito (in senso negativo) è la scarsa cultura istituzionale verso le tecnologie open: non mi pare in Italia ci siano progetti opensource di rilievo. Una distro Linux pensata per le scuole italiane, o per la P.A. ecc. Insomma almeno un tentativo di non dover dipendere da corporations estere.
in reply to Gilbert Busana

è vero: le amministrazioni pubbliche anzi osteggiano l'adozione di soluzioni Open, malgrado esista una legge che renda obbligatorio operare un'analisi comparativa prima di acquisire soluzioni proprietarie! Quanto la scuola, è un disastro: Se ci pensi, l'epica iniziativa https://iorestoacasa.work è nata in seno ai volontari del PGP Linux di Fabriano

@miriamgreco@quinta
in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

Mi domando quali siano i motivi dietro tale ostilità : forse l'idea che essendo una soluzione a pagamento se qualcosa si rompe puoi chiamare qualcuno, un pò come quando si rompe l'ascensore. Ma per l'opensource potrebbero tranquillamente creare dipartimenti interni di assistenza, o creare società che si occupano di dare assistenza ecc.
O ci sono altri motivi ? Scarsa cultura informatica ? Pigrizia ?
in reply to Gilbert Busana

mi sono tantissimi motivi: il fatto che la Lobby BigTech abbia più di un partito di riferimento in Parlamento; ma non dimentichiamo il piccolo cabotaggio delle gare vinte da piccole società informatiche che non sono altro che rivenditori mi soluzioni closed che, onestamente, sono molto più facilmente vendibili di quelle Open (ma molto tanto); infine, per i prodotti Office, semplice pigrizia nell'utilizzo delle interfacce cui si è abituati da anni

@miriamgreco@quinta
Unknown parent

Gilbert Busana
l'avvicinamento all'open source, almeno nel mio istituto, avviene piano piano. Nel male dell'emergenza sanitaria hanno scoperto Moodle che stiamo usando ancora adesso e mi hanno piacevolmente sorpreso. Solo quest'anno sono riuscito a ottenere il via libera per inserire l'uso di software open source nel mio programma di laboratorio creativo al liceo artistico.
in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

poi, sarebbe interessante anche fare un'analisi di carattere sociologico psicologico e medico, sul fatto che la maggior parte delle persone che adorano l'open source e che se ne dicono sinceramente evangelizzatori, siano onestamente persone quasi sempre incompatibili con l'ambito della vendita, della promozione, della comunicazione, della politica 🤣🤣🤣
(con rare eccezioni, vero @quinta?)
@miriamgreco
in reply to informapirata ⁂ :privacypride:

eh sì il marketing in ambito opensource è decisamente carente. Per esempio il Tuxedo l'ho scoperto solo tramite video su youtube di canali su linux. Zero pubblicità su siti ecc.
Che poi....oggi usare un desktop linux è decisamente facile. Molte applicazioni oramai hanno raggiunto buoni livelli (libreoffice, dartable, kdenlive, krita, openshot, inkscape ecc. ) Insomma per una scuola ce ne sarebbe d'avanzo. E non conosco le app per l'apprendimento...
in reply to Gilbert Busana

per curiosità in quale tipo di istituto superiore hanno adottato Moodle?
in reply to Gilbert Busana

Io faccio l'ITIS indirizzo informatica e usiamo Moodle da qualche anno (oltre che Roundcube e NextCloud).

Pare che adesso vogliano farci passare a prodotti Google però...
Unknown parent

Shamar
Unknown parent

Shamar
Unknown parent

Shamar
Sostanzialmente sostieni che non ci sono alternative ai # (browser, chat etc...)

O che le alternative in realtà possono essere persino peggiori (RedFlag Linux, allusioni ai finanziatori occulti delle alternative a WhatsApp etc...)

Inoltre escludi lo stato/UE come possibile finanziatore alternativo perché lo stato è cattivo, le aziende private no (ILVA? Eternit? Delle malefatte di Google e Facebook si potrebbe parlare per giorni!)

Insomma se io fossi Schmidt sarei fiero del lavoro svolto con te! 😉

@informapirata
Unknown parent

Shamar
🤣

@paolo non è che ti cresce un milione di dollari?

@informapirata
in reply to Shamar

Ebbene si, lo confesso. Non so come spendere i milioni di Euro che ho accumulato e quindi offro servizi gratuitamente. @miriamgreco@informapirata
Unknown parent

Informa Pirata
@miriamgreco qui il punto è scardinare la narrativa che vede la centralizzazione, ovviamente gestita dai privati in cambio dell' estrazione dei dati personali di tutti, come l'unica soluzione praticabile. Infatti, all'interno di quel paradigma, nessuna soluzione del fediverso è sostenibile (e purtroppo l'istanza mastodon.social è una contraddizione in termini che non aiuta a porre il problema in termini corretti).
La soluzione è ovviamente quella di disporre di migliaia di istanze, tematiche o locali, e queste potrebbero davvero essere finanziate dallo Stato pur in un regime di indipendenza garantita e di affidabilità in termini di privacy. Sarebbe molto più intelligente come mossa rispetto a interventi a fondo perduto come il bonus facciate ho il bonus bicicletta.

@Paolo Vecchi@Shamar@informaPirata
Unknown parent

Paolo Vecchi
Io ho la fortuna di essere il proprietario dei miei server sui quale ospito diversi servizi ed organizzazioni e visto che ho capacità a disposizione mi posso permettere di offrire diversi servizi gratuitamente.
Esempio: https://joinup.ec.europa.eu/collection/open-source-observatory-osor/news/bigbluebutton

L'infrastruttura di Telegram è decisamente più grande della mia e capisco che adesso devono iniziare a monetizzare in quanto Durov non può finanziare il progetto di tasca sua all'infinito.

@Shamar@informapirata
in reply to Paolo Vecchi

Il fediverso oggi è composto da persone come me e da tanti che tirano fuori di tasca loro i soldi per affittare dei server.
Questo è sostenibile per alcuni finquando i volumi ed i costi non diventano troppo elevati poi devono fare delle scelte.
Durante un incontro con la commissione europea sul finanziamento dei progetti Open Source ho proposto di iniziare a far spostare obbligatoriamente una percentuale dei budget delle licenze proprio all'Open Source. @Shamar@informapirata
in reply to Paolo Vecchi

Il modo più semplice per finanziare il Fediverso sarebbe quello che gli utenti supportino i provider direttamente ma sappiamo che il 95%, e più, degli utenti di software Open Source e di servizi Cloud non contribuisce ai progetti ne in modo economico ne con il volontariato.
Lo vedo anche con LibreOffice dove con 250M di utilizzatori la percentuale che dona o partecipa attivamente è purtroppo molto bassa.
Hai per caso delle proposte per aiutare il fediverso? @Shamar@informapirata
in reply to Paolo Vecchi

il sistema però già esiste ed è quello che è stato già attualmente approvato per Le piattaforme partecipative

@miriamgreco@Shamar

https://mastodon.uno/@informapirata/107139944069320239

This website uses cookies to recognize revisiting and logged in users. You accept the usage of these cookies by continue browsing this website.