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Sto seguendo la seduta aperta del senato accademico - consiglio di amministrazione di #unipi sulla rottura dei rapporti con le università #israeliane e l'industria bellica. Gli studenti hanno documentato (se è pubblico lo segnalerò) l'adesione istituzionale delle università israeliane a guerra di sterminio e apartheid. Ho sentito con stupore il direttore del dipartimento di chimica - a dispetto dei suoi interessi amministrativi - appoggiare l'iniziativa degli studenti.

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Continuo la cronaca della seduta aperta del senato accademico - consiglio di amministrazione di #unipi. Gli studenti per la #Palestina di scienze politiche sottolineano che il proposto #boicottaggio non riguarda i singoli docenti e studenti, bensì le istituzioni che non proteggono la libertà accademica, ma si sono al servizio del governo - perché le poche voci dissidenti interne possano avere più forza. Aggiungo: la dipendenza dell'università dal potere esecutivo non è solo israeliana.

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Ora gli studenti per la #Palestina illustrano nel dettaglio la mancanza di solitudine e libertà di alcune università israeliane e la collaborazione con l'industria bellica italiana - a partire da Leonardo. "Mantenere questi rapporti normalizza la militarizzazione delle nostre università". Rendo disponibile qui https://cryptpad.fr/file/#/2/file/Q8JScjqGpvfklVkX7XjHKZLz/ il documento degli Studenti per la Palestina di #unipi.
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Continuo con la cronaca del senato accademico aperto di #Unipi: rappresentanti di studenti e docenti israeliani smentiscano che gli arabi israeliani non possano fare il servizio militare (possono, ma non sono obbligati a differenza degli ebrei israeliani). Le università israeliane hanno fra il 20% e il 30% di iscritti arabi o non ebrei. Gli studenti israeliani a Pisa sono oggetto - riferiscono - di attacchi antisemiti e non sono presenti perché hanno paura. Anche Hamas usa cinicamente i morti.
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Continuo con la cronaca della seduta #unipi (non ho coperto alcuni interventi per stanchezza). Senatrice: la rottura delle relazioni formali con le università israeliane potrebbe incoraggiare il dissenso interno. La linea attuale del senato è debole, e non all'altezza dell'impegno pedagogico dell'università verso la società. Altro senatore che lavora con colleghi iraniani non allineati, che avrebbero percepito il boicottaggio come un abbandono. Ma essere più severi su ricerca a fini bellici.
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Altro senatore, favorevole agli studenti: gli studenti hanno portato fatti, le stragi sono continuate, c'è un mandato di cattura per #Netanyahu. Il boicottaggio potrebbe indurre i nostri governi a impegnarsi per por fine al massacro. Un ulteriore intervento contrario agli studenti propone che Unipi non boicotti, ma inviti pubblicamente alle università israeliane a prendere una posizione critica nei confronti delloro governo [commento mio: le università italiane possono dare lezioni su ciò :-)]
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Rappresentanti degli studenti #unipi: non possiamo dire che siamo per la pace e poi non fare nulla. I problemi denunciati da noi non sono emotivi: sono denunciati da organizzazioni internazionali. Le aziende belliche *vendono armi* - anche a un esercito inserito in una lista nera dell'#ONU. Noi stiamo dalla parte giusta, cioè della parte delle vittime dei massacri: una università che fa finta di nulla rinuncia al suo potere trasformativo sulla società.
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Altra senatrice #Unipi: il boicottaggio non è efficace. L'università *in quanto università* per il futuro deve però mettere a punto un documento che illustri e impegni a una ricerca responsabile e conduca a elaborare un organico codice etico per la ricerca. Ulteriore senatrice: condizionare esplicitamente la collaborazione al rispetto dei diritti umani. Occorre una commissione che valuti la ricerca connessa a guerra e fossili.
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Vice-rettore #unipi: i rapporti internazionali sono una forma di diplomazia scientifica e vanno tenuti aperti in tutte le circostanze [commento mio: però questo argomento con il russo MIGMO che si occupava - guarda caso - di relazioni internazionali e diplomazia non è stato usato]. Le forze armate sono un organo costituzionale e hanno bisogno di armi: perché boicottarne I produttori? [traduzione mia: ci sono guerre giuste, le nostre, e guerre ingiuste, quelle del nemico].
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Rettore #unipi: costruiamo ponti, ma per andare dove? Noi boicottare, ma convincere i colleghi israeliani parlando con loro [commento mio: invece con i colleghi russi di MIGMO si sono interrotti i rapporti senza troppe discussioni]. Formalizzare la ricerca responsabile nel codice etico e anche nello statuto, iniziando un percorso tramite commissioni apposite. Rappresentante studenti: l'attuale posizione di unipi non comporta azioni concrete. Guardate le questioni una per una: sono fatti!

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Ora c'è un giro di repliche, Rappresentante ex-lettori etc: Israele è uno stato in costruzione, su base etnica. strutturalmente militarizzato e colonialista. Negli anni '60 questo senato accademico avrebbe boicottato il Sudafrica? Mandela ha detto più volte che l'apartheid imposto ai palestinesi era ben peggiore di quello subito dai neri sudafricani (che quando si ribellavano erano definiti terroristi),
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Dipartimento di chimica: non ci sono difficoltà logistiche nel collaborare con istituti russi. Anche nella diplomazia c'è il ritiro dell'ambasciatore - cosa meno tiepida della deliberazione precedente del senato accademico. Il senato accademico rappresenta docenti e studenti: non può far finta che le mozioni vengano dall'esterno. Rappresentante degli studenti: mentre noi parliamo di ponti, Israele costruisce muri - e muri fisici.
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Studenti di scienze politiche: non si può dire che rifiutare il dual use bloccherebbe la ricerca sull'#AI. A chi diamo in mano l'AI? A eserciti che la usano per commettere crimini di guerra e contro l'umanità, riconosciuti da ONU e Corte penale di giustizia? Scrivere lettere ai colleghi israeliani serve solo a lavarsi la coscienza. La diplomazia - che comprende l'interruzione dei rapporti - serve per cambiare la situazione, non per andare ai cocktail. Vogliamo continuare a far finta di nulla?
#AI
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