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Un'altra lezione di indipendenza da parte dell'università italiana: ecco il documento approvato dal senato accademico + CdA di #unipi dopo la discussione di cui ho fatto la cronaca stamattina. Al di là delle parole, niente #boicottaggio alle università israeliane: https://www.unipi.it/index.php/news/item/28274-universita-di-pisa-una-mozione-e-un-appello-per-la-pace-nella-striscia-di-gaza Per mettere il testo nel contesto, unipi sospese subito i rapporti con il MIGMO di Mosca: "la missione dell’università di promuovere il dialogo e di aprire ponti fra culture diverse" pare alquanto intermittente


Altra senatrice #Unipi: il boicottaggio non è efficace. L'università *in quanto università* per il futuro deve però mettere a punto un documento che illustri e impegni a una ricerca responsabile e conduca a elaborare un organico codice etico per la ricerca. Ulteriore senatrice: condizionare esplicitamente la collaborazione al rispetto dei diritti umani. Occorre una commissione che valuti la ricerca connessa a guerra e fossili.


Vice-rettore #unipi: i rapporti internazionali sono una forma di diplomazia scientifica e vanno tenuti aperti in tutte le circostanze [commento mio: però questo argomento con il russo MIGMO che si occupava - guarda caso - di relazioni internazionali e diplomazia non è stato usato]. Le forze armate sono un organo costituzionale e hanno bisogno di armi: perché boicottarne I produttori? [traduzione mia: ci sono guerre giuste, le nostre, e guerre ingiuste, quelle del nemico].


Rettore #unipi: costruiamo ponti, ma per andare dove? Noi boicottare, ma convincere i colleghi israeliani parlando con loro [commento mio: invece con i colleghi russi di MIGMO si sono interrotti i rapporti senza troppe discussioni]. Formalizzare la ricerca responsabile nel codice etico e anche nello statuto, iniziando un percorso tramite commissioni apposite. Rappresentante studenti: l'attuale posizione di unipi non comporta azioni concrete. Guardate le questioni una per una: sono fatti!


Continuo con la cronaca della seduta #unipi (non ho coperto alcuni interventi per stanchezza). Senatrice: la rottura delle relazioni formali con le università israeliane potrebbe incoraggiare il dissenso interno. La linea attuale del senato è debole, e non all'altezza dell'impegno pedagogico dell'università verso la società. Altro senatore che lavora con colleghi iraniani non allineati, che avrebbero percepito il boicottaggio come un abbandono. Ma essere più severi su ricerca a fini bellici.


Rappresentanti degli studenti #unipi: non possiamo dire che siamo per la pace e poi non fare nulla. I problemi denunciati da noi non sono emotivi: sono denunciati da organizzazioni internazionali. Le aziende belliche *vendono armi* - anche a un esercito inserito in una lista nera dell'#ONU. Noi stiamo dalla parte giusta, cioè della parte delle vittime dei massacri: una università che fa finta di nulla rinuncia al suo potere trasformativo sulla società.


Secondo senatore, anche questo ostile alla richiesta degli studenti. Il boicottaggio è contro l'universalismo dell'ethos della ricerca [mio commento: però #Unipi ha interrotto i rapporti con https://english.mgimo.ru senza tante discussioni] e che è surreale tornare sulla questione dopo che il Senato accademico aveva scelta di decidere caso per caso (interrompendo solo collaborazioni esplicitamente belliche). Bisogna fare commissioni, non cedere alla piazza!


Continuo con la cronaca del senato accademico aperto di #Unipi: rappresentanti di studenti e docenti israeliani smentiscano che gli arabi israeliani non possano fare il servizio militare (possono, ma non sono obbligati a differenza degli ebrei israeliani). Le università israeliane hanno fra il 20% e il 30% di iscritti arabi o non ebrei. Gli studenti israeliani a Pisa sono oggetto - riferiscono - di attacchi antisemiti e non sono presenti perché hanno paura. Anche Hamas usa cinicamente i morti.


Ora un docente rappresentante di "studenti e docenti israeliani" deplora l'idea di fare un senato accademico aperto e l'occupazione dei giardini da parte degli studenti per la Palestina, che sono un gruppo minoritario. Sostiene che con le università menzionate #Unipi ha collaborazioni di tipo non bellico. Deplora inoltre che non sia condannata abbastanza Hamas e che #Unipi si collabori anche con altri stati-canaglia (per così dire). Sostiene che Francesca Albanese è ufficialmente antisemita.


Ora gli studenti per la #Palestina illustrano nel dettaglio la mancanza di solitudine e libertà di alcune università israeliane e la collaborazione con l'industria bellica italiana - a partire da Leonardo. "Mantenere questi rapporti normalizza la militarizzazione delle nostre università". Rendo disponibile qui https://cryptpad.fr/file/#/2/file/Q8JScjqGpvfklVkX7XjHKZLz/ il documento degli Studenti per la Palestina di #unipi.

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